Durante un seminario del corso “come parlare perché i bambini ti ascoltino” è venuta fuori una sottile differenze relativa al conflitto tra fratelli: intervenire e prendere le parti. Scopri i dettagli…
-
-
L’argomento relativo al conflitto tra fratelli è molto spinoso.
Da un lato si sa che è fisiologico, che avviene anche nelle migliori famiglie, che è normale insomma.
Dall’altro canto, però, è difficile da gestire senza fare errori, un pò come se si camminasse su un campo minato, stando attenti a non far esplodere gli ordigni.
A me capita spesso che mio figlio Rocco di 5 anni sia intento a costruire una torre con i mattoncini lego e Emanuela di 2 gliela distrugga.
Uno ama costruire, l’altra ama distruggere. Due interessi perfettamente in linea con le loro tappe evolutive. Ok le tappe evolutive ma come ci si comporta in questi casi?
-
-
Annamaria è una super mamma. Molto presente, grande lavoratrice ed amante dell’aria aperta.
Quando è nata Rossella, Fabio aveva 2 anni.
Da un lato c’era un bimbo nel pieno dei suoi terrible two, dall’altro c’era una neonata bisognosa di cure.
L’uno desiderava sperimentarsi nei movimenti, si arrampicava, correva, saltava. L’altra richiedeva calma, silenzio, nutrimento.
Fabio dava l’addio al pannolino e Rossella metteva i dentini.
Il primogenito richiedeva le attenzioni della mamma, la secondogenita anche!
-
Quando vado a prendere i miei due figli da scuola sono da sola.
La difficoltà più grande la incontro quando arrivo nel cortile di casa e spengo la macchina.
In quel momento accade che Rocco (5 anni) sgattaiola fuori dall’auto e corre qua e là, Emanuela (2 anni) piange dalla stanchezza e freme per essere presa in braccio ed io mi ritrovo carica di borsa e zainetti a richiamare a gran voce Rocco e a cercare di tranquillizzare Emanuela. Inevitabilmente accumulo e trasferisco tensione…
-
Ultimamente mi incanto a guardare le mamme, per la seconda volta incinte, che trascinano il loro corpo e trasportano il loro pancione tenendo per mano il loro primogenito.
Torno indietro nel tempo.
All’epoca avevo circa 20 kg in più, sentivo la pesantezza alle gambe, ero lenta, impacciata nei movimenti e mi sentivo un’ippopotamina cicciosa…
-
L’esperienza del primo parto mi aveva lasciato l’amaro in bocca.
Mi ero sentita intrappolata, come se fossi stata in una stanza buia, senza aria, compressa contro il muro, in cerca di una via di uscita. Il ricordo di quel patimento era opprimente, non ero riuscita a riprendermi nonostante fossero passati quasi tre anni…