Secondo l’OMS (1995) “il counseling è un processo di dialogo e di interazione duale attraverso il quale il consulente aiuta il consultante a prendere delle decisioni e ad agire di conseguenza, oltre a fornire un’accurata e attenta informazione e un sostegno psicologico adeguato. È diretto ad aiutare il paziente in un momento di crisi, a incoraggiare cambiamenti nel suo stile di vita, se necessario, proponendo azioni e comportamenti realistici, ed è volto a metterlo in grado di accettare informazioni ansiogene favorendo l’adattamento alle relative implicazioni.”
Sono un counselor funzionale e come tale seguo un approccio psico-corporeo.
Cosa vuol dire in buona sostanza?
Significa che durante le consulenze, oltre al tempo dedicato al colloquio, che soddisfa la parte “psico”, si da spazio anche al “corporeo”, che prevede che la persona si distenda sul letto (è un letto vero e proprio con materasso in memory!) per eseguire delle tecniche.
A cosa servono le tecniche?
Attraverso di esse il counselor invita la persona a muovere una parte del corpo in un determinato modo, coordinando voce e respirazione, in base alle esigenze che la consulenza richiede per quella data persona.
Questo tipo di lavoro agisce su quella che è definita memoria corporea. (Ognuno di noi ha una memoria cognitiva -i ricordi per intenderci- ed una memoria corporea -all’interno della quale sono sedimentate le esperienze di base-).
Attraverso il movimento richiesto, con l’ausilio di una tecnica, si possono risvegliare ricordi, riaprire sensazioni o vissuti e rinvigorire l’esperienza di base che necessita dell’intervento.
Mediante questo approccio psico-corporeo si ottengono cambiamenti più duraturi nel tempo grazie al fatto che vengono sfruttati sia la mente che il corpo.
Counseling individuale
In un lavoro di counseling individuale noi counselor funzionali, dopo una fase di raccolta dati, utili per individuare i fili che collegano l’evoluzione delle esperienze di base dall’infanzia sino all’epoca attuale, lavoriamo con la persona al fine di identificare quali sono i funzionamenti di fondo che necessitano di un intervento.
Una volta determinate le esperienze di base sulle quali lavorare, il tempo a disposizione della seduta prevederà, come ogni lavoro di counseling funzionale, una parte destinata al colloquio ed un’altra dedicata alle tecniche.
In questo modo il lavoro avanzerà a livello psico-corporeo agendo su tutti e quattro i piani del sé: sul piano cognitivo, emotivo, fisiologico e posturale.
Grazie alle tecniche, agendo direttamente sulle esperienze di base da rafforzare, il cambiamento sarà più profondo.
Counseling di coppia
Nel lavoro con le coppie il counselor funzionale inquadra la situazione con sguardo ampio, valutando la coppia con una visione multidimensionale.
Ancora una volta, il counselor funzionale non dà eccessiva importanza ai comportamenti, ma si dedica piuttosto ai funzionamenti di base; il suo compito è spiegare, chiarire relativamente alle esperienze di base della coppia, dare prescrizioni (compitini a casa :-)), separare i problemi della coppia da quelli individuali dei due partners, fare un progetto insieme.
Dal colloquio si evincono le esperienze di base da riequilibrare, si valutano quali siano i funzionamenti alterati (in lui o in lei o in entrambi) che sono alla base del problema che limita la vita di coppia.
Counseling genitoriale
Capita molto spesso che uno o entrambi i genitori abbiano bisogno di una guida per la risoluzione di una situazione problematica con il proprio figlio. La famiglia è un vero e proprio “organismo” vivente e, come tale, il counselor può leggerne i suoi funzionamenti e programmare così un intervento di cambiamento adeguato, che agisca nel profondo, alle radici dei problemi che si stanno portando all’attenzione in quel dato momento.
Dalla raccolta dei dati emergerà un quadro completo del genitore inserito in quella data famiglia: da chi è composta, quali sono i ruoli che ciascuno ricopre in essa, le età di ciascuno, eventuali problematiche emergenti e i livelli che costituiscono le funzioni di questo “organismo”.
Nel lavoro diretto con il genitore o i genitori il counselor segue un progetto di intervento intensivo per portare quel cambiamento sufficiente nella persona che consentirà alla famiglia di rimettersi in moto nuovamente e ritrovare un benessere più generale.
Trattamenti funzionali antistress
Il massaggio funzionale antistress (m.f.a.) prevede un insieme di diverse manovre eseguite sul corpo, con una pressione adeguata (spesso intensa), con calma, precisione, andando in profondità, allo scopo di sperimentare il rilassamento profondo, il sentirsi e lo stare.
Ad aprire ogni trattamento è previsto un lavoro sul ripristino del respiro diaframmatico che consente di trarre il massimo beneficio dal massaggio.
Sono previsti in tutto 5 protocolli di massaggio in diversi distretti corporei: collo-spalle, viso, torace, gambe e schiena che si alternano nelle varie sedute in base al bisogno della persona.
Il m.f.a. è consigliato per scopo preventivo, per scopo curativo o come coadiuvante di una terapia farmacologica in soggetti soggetti a stress.