L’argomento relativo al conflitto tra fratelli è molto spinoso.
Da un lato si sa che è fisiologico, che avviene anche nelle migliori famiglie, che è normale insomma.
Dall’altro canto, però, è difficile da gestire senza fare errori, un pò come se si camminasse su un campo minato, stando attenti a non far esplodere gli ordigni.
A me capita spesso che mio figlio Rocco di 5 anni sia intento a costruire una torre con i mattoncini lego e Emanuela di 2 gliela distrugga.
Uno ama costruire, l’altra ama distruggere. Due interessi perfettamente in linea con le loro tappe evolutive. Ok le tappe evolutive ma come ci si comporta in questi casi?
Mi metto nei panni di Rocco: “costruisco la torre alta come quella dove è rinchiusa Fiona. La faccio alta alta così Shrek, vince il dragone e arriva a salvarla”.
Rocco costruisce e dialoga.
Costruisce e sogna.
Costruisce e si immedesima.
Nel pieno del suo fantasticare arriva Emanuela e boom! In un nano secondo spazza via la torre e le fantasie ad essa legate.
Rocco piange e colpisce la sorella.
Piange anche lei.
Concerto di pianti. Nel mio cervello risuona l’allarme: baruffa in atto!
Pur avendo seguito il conflitto con la coda dell’occhio, faccio la gnorri e chiedo: “cosa succede?”
Rocco, piangendo, arrabbiato dice: “Emanuela mi ha distrutto la torre, monella!” (E le da un altro colpetto).
Lei, che ha subìto due buffetti, farfuglia piangendo: “Cocco, bom, aia”. Lasciando intendere che è avvenuta solo la seconda parte e cioè che Rocco l’ha colpita.
Calandomi nei panni di Emanuela mi immagino che fosse annoiata e che cercasse un modo per uscire dalla noia. L’intenzione era buona: buttando giù le costruzioni del fratello viene prodotto un rumore per lei divertente. Non è consapevole che quell’azione è disturbante per Rocco, ecco perché non si aspetta la reazione violenta.
Io: “Rocco, in questa casa non si danno le botte. Puoi dire a tua sorella con le parole quello che senti”.
Rocco, piagnucolando: “ma lei mi ha distrutto tutto, uffa”.
Io: “Non è facile avere una sorellina che distrugge quello che realizzi. Ti sei così arrabbiato che l’hai picchiata.
Prepariamo un elenco di cose che puoi fare se lo fa di nuovo. Ok?”
Rocco rianimandosi: “Sì mamma!”.
Io: “Rocco, cosa puoi fare se la sorellina sta per avvicinarsi per buttare giù la torre?”
Le prime gliele suggerisco io:
potresti fermare la mano di Emanuela quando ti accorgi che sta per colpire le costruzioni (anche se mi rendo conto che Rocco non ci riesce ancora alla perfezione), oppure, potresti spostarti a giocare in un punto dove lei non arriva. Che ne pensi?”.
E lui, dopo qualche secondo di riflessione, mi risponde con entusiasmo: “sì, sul tavolo!”.
Io: “Bene! Ti viene in mente qualcos’altro che puoi fare?”.
Rocco: “Posso dare le costruzioni a Emanuela così gioca per conto suo”.
(Nel frattempo Rocco prende una manciata di costruzioni e gliele porge alla sorellina).
Io: “Ottimo! Altre idee?”
Rocco: “Mmm, se Emanuela mi disturba ancora ti chiamo”.
Dico ad Emanuela che è bene giocare senza rovinare la torre di Rocco. (E’ vero che non ha le capacità cognitive sviluppate al punto da cogliere a pieno il messaggio ma è bene provare a sensibilizzarla).
Rocco si compiace della presenza della sorella. Nonostante quest’ultima usi i mattoncini per scaraventarli a terra, i due trovano un equilibrio.
Giocano a costruire la torre alta e a distruggerla. Ridono quando crolla.
Rocco ha rinunciato al suo sogno di ripercorrere la storia di Shrek.
A volte, invece, è successo che Rocco si sia spostato sul tavolo per non essere disturbato.
In altre occasioni la parte lesa è Emanuela.
Un esempio tipo: mentre lei gioca con un trenino, Rocco glielo sottrae e se ne impossessa. Emanuela strilla, piange e picchia. Rocco improvvisa un pianto finto.
Quando si contendono un oggetto, a prescindere da chi lo detenga in principio o da chi sia il legittimo proprietario, dopo aver chiesto cosa sia successo dico: “vedo che entrambi volete lo stesso oggetto. Il trenino è uno, voi siete due. Trovate un accordo insieme. Se continuate a litigare per il trenino sarò costretta a togliervelo finché non trovate la soluzione”.
Nella maggior parte delle occasioni giungono a un compromesso soddisfacente per entrambi. Quando invece non lo trovano e continuano a litigare glielo sottraggo per un pò.
(Li ho avvisati e sanno che quando prometto mantengo).
Spesso succede che uno dei due si lascia attirare da un altro gioco mentre l’altro aspetta che io restituisca il giochino conteso.
A quel punto sono sufficienti un paio di minuti. La calma si è ristabilita, il trenino può essere reso.
E’ sempre giusto riconoscere le emozioni di entrambi.
Dopo aver rispettato entrambi i bisogni si è tutti più sereni per continuare a giocare.
Certo, non sempre va tutto liscio. Ci sono giorni in cui per stanchezze varie non ho la pazienza e la lucidità per trovare le parole giuste ed agire nel modo più efficace.
In quei momenti mi concedo di sbagliare. Mirare alla perfezione mi fa sentire frustrata.
Dopo lo “scivolone”, mi prendo il mio tempo per riflettere e calmarmi.
Quando mi sento pronta, spiego ad entrambi che ero nervosa, che quando sono particolarmente stanca non riesco sentire piangere/urlare/litigare. Chiedo scusa.
E tu? Come gestisci i conflitti con i tuoi figli?
3 Commenti
manuela
Articolo molto interessante, sono nella tua stessa situazione, i miei bambini hanno 2 anni e mezzo di differenza e sono proprio nelle stesse fasi che descrivi tu! Cercherò di mettere in pratica questi consigli mantenendo la calma e cercando di non farmi sopraffare dalla stanchezza e dallo stress. Grazie per questi articoli mi dai sempre spunti interessanti per riflettere e crescere come mamma! Continua così!
19 Aprile 2018 at 16:22Magda Braia
Manuela, è un piacere leggere i tuoi commenti. Grazie a te per i tuoi puntuali feedback 😉
19 Aprile 2018 at 16:32Izabela
Magda Braia i tuoi consigli sono sempre da conservare e riletti tante volevo ank quando siamo stanche e nervose , perché è proprio in quel momento che ci si ha ancora di più il bisogno . Io il secondo genito non ho ancora MA mia figlia ha un amichetto che per lei è come suo fratellino e tante di quelle volte si fanno i dispetti a vicenda (soprattutto mia figlia a lui ) e in quel momento mi ci arrabbio tante con lei (loro) perché so che si vogliono tanto ma tanto bene e mi dispiace che vedo che uno di loro piange per colpa dell’altro, allora arrivò e grido o pure tolgo il gioco per quelle stanno litigando ,invece vedi ci si impara ogni giorno, non esiste età per dire che le sappiamo tutte e non dobbiamo imparare nulla , ormai sappiamo tutto!!!!ma ogni giorno miglioriamo e cresciamo ancora fino a tardissima età. Grazie per i consigli ,grazie del impegnò e il tempo che dedichi a noi tutte le mamme.
19 Aprile 2018 at 22:09