A volte vorremmo evitare ai nostri figli il dolore. E’ un istinto naturale, un impulso inconscio che a volte parte e basta. Sto per dire qualcosa che troverà, forse, qualche parere discorde ma credo che questo istinto vada tenuto a freno, vada zittito anche quando urla forte dentro di noi. Oggi mi sono misurata con il MIO istinto naturale.
La mia piccina, a causa di una banale caduta, ha appoggiato male la manina finendoci sopra con tutto il suo peso. Non dava eclatanti segni di dolore, solo segni di disagio. Conoscendola, nella sua determinazione e estrema sincerità ho approfondito e, dopo un consulto dalla pediatra siamo andate al pronto soccorso. Lì l’ha visitata un bravo medico. La bambina faceva i movimenti abbastanza regolarmente eppure di tanto in tanto si lamentava. Qualcosa non mi convinceva. Avevo uno strano sentore che ho comunicato al medico. Quel lamentarsi, seppure non regolare, non bisognava ignorarlo, indaghiamolo! Il medico si è fidato della mia percezione ed ha prescritto una lastra. Risultato? Una micro fattura al polso. Avevo “ragione” anche se, a questo giro, avrei voluto non averla. Quindi, ora? Gesso…
No, un attimo! Il gesso alla mia piccina di un anno e mezzo??? Aiuto! Non ero pronta a questo. Il mio corpo comincia a lanciare i primi segnali di abbattimento: magone, groppo alla gola, lacrime già pronte nel canale lacrimale e poi… Stoppo i pensieri ansiogeni, chiudo gli occhi e, facendo un lungo respiro, faccio partire i pensieri “forti”:
- se dipendesse da me eviterei qualsiasi dolore ai miei figli e a tutti i bambini del mondo ma non ho questo potere;
- se è successo tutto questo un motivo buono da qualche parte c’è, ne sono certa;
- in fin dei conti le ossa in questa fase di crescita sono come dei legnetti teneri e si aggiustano definitivamente senza trascinarsi conseguenze nel futuro;
- che cavolo perdo tempo a “lagnarmi”? Mia figlia ha bisogno di tutto il mio amorevole sostegno! Forza!
Dove eravamo rimasti? Ah, al gesso. Eccomi! Gesso non ti temo!
Abbiamo messo il gesso. Fine della storia.
Dopo aver messo il gesso la piccina si è abbandonata nelle mie braccia in un sonno ristoratore. Io la guardavo e riflettevo…
Io le avrei evitato il dolore. E’ davvero giusto pensare questo? O forse è bene accettare serenamente che i bambini vivano il dolore per lasciarli liberi di affrontarlo e superarlo da soli? In psicologia la capacità di rimbalzare di fronte ad un ostacolo, a un dolore, prendendo un’altra direzione, si chiama RESILIENZA. La resilienza è una capacità che va allenata costantemente e, quale migliore occasione se non questa?
Al rientro a casa ho lasciato che Emanuela facesse amicizia con il suo gesso e lo presentasse alla casa. Ha cominciato con i mobili (urtando il gesso contro di essi veniva riprodotto un suono che la divertiva!) e ha proseguito con i pennarelli. Cogliendo la palla al balzo, ho afferrato quello rosso e le ho scritto una frase corredata da un dolce cuoricino. Lei ha incalzato facendo dei disegnini con il suo colore preferito.
Ok, ora mi sento più tranquilla. Ha familiarizzato, ha trovato il modo per giocarci. I bambini hanno milioni di risorse, diamo loro la libertà di mostrarcele!
Credo che quello che sia successo abbia gettato le basi per lo sviluppo della resilienza di mia figlia. Resilienza, piacere di conoscerti, io sono Emanuela!